Blackmagic Design ascolta i propri utenti ma la Pyxis farà davvero la differenza?
Da qualche settimana, Blackmagic Design ha lanciato la sua nuova camera, la Pyxis 6K. Insieme alla Ursa Cine 12K e 17K, il brand ha di fatto messo il turbo presentando delle camere richieste a furor di popolo generando un hype enorme sul web e nella community dei filmmaker di tutto il mondo e di tutti i livelli. Ma sarà davvero la svolta per il marchio australiano?
La Pyxis 6K non fa notizia unicamente per il sensore gemello della Blackmagic Cinema Camera 6K, ovvero un sensore full frame 36mm x 24mm che promette migliori prestazioni in low light, regalando un range dinamico in teoria migliore rispetto alla serie Poket che adottava un sensore Super35. Ma l’elefante nella stanza e ciò che ha fatto notizia è stato il suo design: infatti, la Pyxis ha fatto esplodere la community dei videografi grazie alla sua linea box style, cosa da lunghissimo tempo richiesta dagli utenti e che va ad allinearla a camere di fascia alta come la RED Komodo o V-Raptor.
Sebbene poi le prestazioni siano drasticamente diverse, perché insomma tanta roba il BRaw ma RED rimane sempre RED, in ogni caso le già ottime prestazioni del sensore Blackmagic vengono accompagnate a una maggior maneggevolezza del corpo macchina e a più possibilità di personalizzare e riggare lo stesso. Tutto bello, in effetti. Quale filmmaker indipendente non ha fatto un salto di gioia alla vista della prima camera cine box style di BMD. Vesti sono state strappate e lacrime di gioia versate. All’inizio. Ma siamo davvero sicuri che questa non sia una mossa (legittima, per l’amor del cielo) di BMD di acquisire fette di mercato a fronte di un clamoroso fan service? Mi spiego: anche se molti hanno alzato il sopracciglio alla vista del monitor laterale, che secondo me non è un problema, visto che alla fine chiunque usi una Poket usa molto probabilmente anche un monitor esterno (almeno personalmente sono abituato a lavorare in questo modo), la cosa che più mi ha sorpreso è stato l’inserimento della presa SDI. Sebbene da una parte sia una cosa molto positiva, perché alla fine ci aiuta a tenere i cavi al minimo possibile, quindi oh, lamentiamoci, dall’altra parte mi sono chiesto:”Ma perché solo una? Non valeva la pena di aggiungerne un’altra oppure un attacco HDMI?”. La natura di questa domanda in realtà è estremamente pratica. Se si vuole avere un monitor cliente, come si può gestire sia il monitor in camera sia remotare quello per il cliente durante il set?
Posto il fatto che non ho ancora avuto l’onore di provare la Pyxis, cosa che sicuramente farò in futuro, il fatto di dover scegliere se avere un monitor attaccato alla camera oppure remotarne uno, per me rappresenta un problema non indifferente. Ho letto di voci che dicono che tramite l’USB-C attraverso cui si collega il nuovo EVF si potrebbe agganciare un adattatore HDMI per risolvere la questione, il che fa ben sperare. Rimane secondo me un difetto che per chi lavora con il cliente sul set.
Altra questione che mi sono sentito di sollevare: la batteria. Okay, la nuova predisposizione per le batterie BP-U dovrebbe aiutare a mantenere un’autonomia di ore, non di minuti come per la serie Poket, ma non si poteva proprio mettere un innesto per le v-lock in stile Komodo-X? Visto che il tema della Pyxis è la compattezza e la praticità, forse forse valeva la pena di inserirlo per evitare la base e i rail. Poi si risolve, certo, ma a me personalmente sembra un difetto a cui si poteva provvedere (poi non sono un ingegnere, non so).
Per concludere, tutte le mie perplessità sono di natura intimamente pratica e sicuramente non vanno a denigrare il lavorone fatto da Blackmagic. Oh raga parliamone, questi ascoltano gli utenti, mica ci lasciano parlare a random consegnandoci contentini quì e lì, e potenzialmente la Pyxis 6K può realmente andare a rompere le scatole a molti brand. Forse? Bisogna capire quanti di noi pensano che questi problemi siano insormontabili, lato pratico.
Poi, anche Blackmagic avrà lasciato spazio per una futura mark II, n’evvero?
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